Da Treppo Carnico a Dierico di Paularo
Il percorso proposto per questa tappa porta alla conoscenza della Val Pontaiba e dell’alta Val d’ Incaroio, due valli che, oltre ad offrire un ambiente naturale incontaminato e ben curato, permettono di attraversare paesini e borgate che fanno vivere momenti di “Carnia antica”.

Riepilogo di Tappa
- PUNTO DI PARTENZATreppo Carnico
- PUNTO DI ARRIVO Dierico di Paularo
- DIFFICOLTÀ Itinerario Turistico
- LUNGHEZZA 11.8 km
- TEMPO DI PERCORRENZA4 ore, 0 minuti
- AMBIENTEBassa Montagna
- ESPOSIZIONE Ovest, Sud, Est
- DISLIVELLO IN SALITA 415 m
- DISLIVELLO IN DISCESA 390 m
- RIFERIMENTO CARTOGRAFICO Tabacco, foglio 09
- SORGENTI D’ACQUA No
- PERCORRIBILE IN BICICLETTANo
- PERCORRIBILE A CAVALLONo
- PRESENZA DI UNA PIEVENo

Mettiamo a tua disposizione dei documenti utili per il cammino scelto. Scarica la mappa e la descrizione dettagliata della tappa e il tracciato GPS.
Descrizione percorso
Dal piazzale della chiesa di S. Agnese di Treppo Carnico ci si porta a monte sulla strada principale e si sale a sinistra per portarsi nel contiguo abitato di Siaio e successivamente a Gleris. Giunti quasi al termine del paese, trascurando la vicina e ben visibile strada regionale che porta a Ligosullo, si sale decisi a sinistra e dopo circa trecento metri, poco prima di una marcata curva sovrastata da una grande casa, si lascia l’asfalto per proseguire lungo una stradina sterrata sino a un ponticello in legno che porta sulla riva sinistra del Rio Mauràn dove inizia la mulattiera che, con ripida ma breve salita, porta sulla strada comunale e quindi a Tavella, Tausia, Murzalis e Ligosullo, che si attraversa lungo la sua stradina centrale.
Al termine dell’abitato ci si trova in un ampio tornante caratterizzato da murales raffiguranti dei ciclisti e si sale per poche decine di metri sino ad incontrare, sulla destra, una scala metallica che permette di scendere per portarsi all’inizio di un sentiero.
Circa novecento metri di cammino all’ombra di una fitta vegetazione arborea e ci si riporta sulla strada regionale poco prima della stele al ciclista sita a Forcella di Lius.
Dalla stele si prosegue in direzione di Paularo e, non prendendo in considerazione una pista forestale che si incontra sulla sinistra, dopo circa 200 metri si giunge all’inizio di un’ampia curva dove ha inizio la mulattiera che scende a Paularo e che un tempo costituiva l’unica via di collegamento fra la Valle d’Incarojo e la Valpontaiba. Questa mulattiera, interrotta da parecchio tempo causa smottamenti e frane, è stata di recente resa percor- ribile dall’opera degli “Amici della Montagna” di Paularo che hanno reso comodamente percorribili i tratti conservatisi e costruito ex novo tratti di sentiero dove smottamenti e frane avevano distrutto l’opera umana.
Ai primi 100 metri di comoda mulattiera seguono circa 400 metri di sentiero che richiede un po’ di attenzione in caso di bagnato;100 metri di como- da mulattiera e altri 100 di sentiero fanno perdere rapidamente quota e portano ad un lieve guado sul Rio Minischitte, che viene seguito sulla riva sinistra per superare, dopo 200 metri, due briglie ed immettersi su una pista forestale che scende in paese. Dopo circa 900 metri si incontrano le prime case di Villafuori e, tenendo la sinistra ad un bivio, si scende a Paularo all’altezza della ex scuola elementare.
Qui giunti, si prosegue a destra per continuare a scendere sino a portarsi dapprima nella piazza del municipio, che si trova poco oltre il ponte sul T. Chiarsò, e quindi al termine dell’abitato per proseguire a sinistra seguendo le indicazioni stradali per Dierico, che si raggiunge con breve salita dopo aver superato la zona sportiva.
Nota: Giunti a Paularo, si consiglia la visita alla Mozartina.
Da Treppo Carnico a Ligosullo, data la frequente presenza di abitati, si attraversano terreni posti a coltura, prati sfalciati e con alberi da frutta spes- so non curati, prati incolti, con noccioli che colonizzano quelli più lontani dagli abitati; sono presenti anche il faggio, l’abete rosso, il carpino nero, il frassino maggiore e l’orniello.
Dall’abitato di Ligosullo, lungo lo stretto ma agevole sentiero che permette di superare una zona limitrofa al paese, si attraversano in alternanza pa- scoli ben tenuti, frutteti di meli e peri per lo più abbandonati a se stessi, prati in parte falciati in parte coltivati, altri incolti che si stanno rimboschendo ad opera di noccioli, salici, ontani, sambuchi, frassini e noci. Qua e là danno bella mostra di sè vecchie piante di ciliegio e di pero. A testimonianza dell’origine prativa dei terreni sotto giovani piante di abete rosso, larice, faggio, acacia, nocciolo e frassino, ma anche di maestosi esemplari di abete rosso, in primavera si possono trovare i profumatissimi fior di stecco, la pulmonaria, l’anemone hepatica nobilis. Nel breve tratto in bosco si
vedono sui tronchi dei segni di confine di colore rosso, ad indicare la proprietà privata, e giallo-rosso ad indicare quella pubblica.
Un piccolo lariceto indica il termine del sentiero e l’arrivo sulla strada provinciale che presenta a monte una pecceta ed a valle un bosco misto. In questo tratto di percorso si osserva in modo molto evidente la friabilità del terreno (si tratta di gessi e di arenarie) che costituisce un serio problema per gli abitanti di Ligosullo, che vedono la terra sotto i loro piedi scivolare lentamente verso valle. In forcella Liuš, in tarda primavera-inizio estate si possono ammirare i prati pascolati tappezzati di gialli ranuncoli nitrofili, sintomo dell’eccessiva quantità di azoto nel terreno, e prati incolti punteggiati qua e là dalla presenza del giglio rosso.
Superata la sella, dopo pochissime centinaia di metri si lascia l’asfalto ed ha inizio la discesa decisa verso Paularo che vede tratti di mulattiera alter- nati a tratti di sentiero scavato in un terreno franoso. Tutto il percorso si sviluppa all’ombra di un fitto bosco misto aghifoglie-conifere che presenta alcuni splendidi esemplari di faggio, di abete rosso e di abete bianco. Persa rapidamente quota, la pendenza diminuisce notevolmente e si procede seguendo il corso del Rio Minischitte che presenta le sponde popolate da una vegetazione golenale. In vista dell’abitato, stavoli e prati ben curati sono sono arricchiti da alberi da frutto quali peri, meli, susini e noci.
Musei
La “Mozartina”
Giunti a Paularo, si consiglia vivamente la visita alla Mozartina, collezione di strumenti musicali antichi curata dal prof. Giovanni Canciani e ospitata a Palazzo Scala, nella frazione di Villamezzo. Visite su prenotazione.
“Il percorso espositivo si dipana lungo varie sale. Gli strumenti esposti nella “sala dell’organo Testa” rappresentano una sintesi di tutti gli strumenti a tastiera. Accanto al clavicembalo, al pianoforte e ad alcune cetre troviamo l’organo Testa, databile verso il 1650, uno strumento detto “ad ala” per la particolare disposizione delle 320 canne che ricordano due ali di uccello chiuse. Nella “sala carnica” si possono ammirare, tra gli altri, un raro pia- noforte da tavolo Kaeferle dell’ottocento e il pianoforte Kriegelstein, di notevole pregio per le innovazioni apportate alla meccanica e alla struttura portante. Al piano superiore troviamo la “saletta dei concerti” dove fanno bella mostra di sè un pianoforte Lipp, la cui storia sfuma nella leggenda, due armonium e una vasta raccolta di pianete del Seicento e Settecento, la “stanza del compositore” con un pianoforte Erard, la marca preferita da Beethoven e la “sala del Genovesino” dove sono conservati due dipinti del Cinquecento attribuiti a Luigi Miradori, detto il “Genovesino” e a Gioac- chino Asseretto. Alle pareti sono appesi strumenti dell’Ottocento. Stampe e manoscritti di notevole pregio arricchiscono l’intera collezione.
Per informazioni rivolgersi alla “Mozartina (0433.70162//328.4186585) o all’ufficio CarniaMusei (0433.487779).
Le tappe
In origine il percorso era articolato in diciotto tappe, nel 2013 è stato esteso a venti, in dieci delle quali si incontrano le storiche Pievi Carniche e due Santuari, comprendendo le comunità e i territori dell’alta Val But, della Val Pontaiba e della Val Chiarsò, mantenendo la partenza da Imponzo di Tolmezzo e l’arrivo a Zuglio.