Quattordicesima tappa

Da Prato Carnico a Cella – Ovaro

Tappa di trasferimento mediamente impegnativa che dalla Val Pesarina conduce nella conca di Ovaro, collegando due tipici paesi della Carnia centrale attraverso zone boschive, lasciando alle spalle la Dolomiti Pesarine e aprendo uno scorcio verso le Alpi Carniche Centrali, con i monti Zoncolan, Tamai e Arvenis.

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Riepilogo di Tappa

  • PUNTO DI PARTENZAPrato Carnico
  • PUNTO DI ARRIVO Cella - Ovaro
  • DIFFICOLTÀ Itinerario Turistico
  • LUNGHEZZA 13.2 km
  • TEMPO DI PERCORRENZA3 ore, 45 minuti
  • AMBIENTEBassa Montagna
  • ESPOSIZIONE Nord, Est
  • DISLIVELLO IN SALITA 527 m
  • DISLIVELLO IN DISCESA 642 m
  • RIFERIMENTO CARTOGRAFICO Tabacco 01 (1:25.000)
  • SORGENTI D’ACQUA No
  • PERCORRIBILE IN BICICLETTANo
  • PERCORRIBILE A CAVALLONo
  • PRESENZA DI UNA PIEVE Si

Mettiamo a tua disposizione dei documenti utili per il cammino scelto. Scarica la mappa e la descrizione dettagliata della tappa e il tracciato GPS.

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Descrizione percorso

Dall’abitato di Prato Carnico si scende verso il ponte sul Torrente Pesarina fino a Pradumbli, dove un secondo ponte permette di superare anche il Rio Liana. Si prosegue a destra per circa cento metri fino ad incontrare sulla sinistra una carrareccia in salita. Dopo cento metri, ad un altro bivio, si prosegue a sinistra guadagnando rapidamente quota.
Giunti al punto più elevato del percorso (1052 m), in corrispondenza di un bivio, si prosegue a sinistra iniziando la discesa. Al bivio successivo, dopo circa trecento metri, si prosegue a destra fino a raggiungere l’abitato di Ovasta (745 m, 2 ore e 20 min). Proseguendo oltre l’abitato in direzio- ne di Ovaro, si scende verso il fondovalle lungo la strada asfaltata, prestando attenzione a tenere la sinistra ad un primo bivio.
Raggiunto il fondovalle in prossimità del corso del Torrente Degano, al bivio si prosegue a destra e, lasciando sulla sinistra prima la chiesa di San Martino (1 ora e 10 min, scavi archeologici paleocristiani) e poi il ponte che permette di salire a Ovaro, ci si porta direttamente nell’abitato di Cella e quindi alla soprastante Pieve di Santa Maria di Gorto (30 min).
Per raggiungere Ovaro si ritorna a Cella e poi verso il Torrente Degano, si supera il ponte e si sale in paese (20 min).
Nota:Da Ovasta si suggerisce di scendere alla località Aplis (albergo, museo naturalistico e segheria veneziana ricostruita) lungo il recinto del wild park, evitando la strada comunale asfaltata. Sarà possibile vedere una riserva di cervi e daini. Qui giunti, si prosegue a destra in direzione Ovaro e si prosegue come descritto sopra dopo la chiesa di San Martino.

Pieve di Santa Maria di Gorto

Gli storici che in passato hanno tentato di dare una collocazione storico – cronologica alla fondazione della Pieve di Gorto, hanno ipotizzato la sua nascita nel V secolo, chi (Biasutti) come centro missionario paleocristiano fondato dalla sede di Aquileia, chi come emanazione del centro basilicale paleocristiano del Cuel di Cjuce a Invillino (Menis).
I recenti scavi archeologici condotti presso la chiesa di San Martino di Gorto, ubicata sul Torrente Degano in posizione molto vicina a quella dell’at- tuale Pieve, hanno messo in luce un vistoso e articolato complesso di quattrocentocinquanta metri quadrati di estensione, databile al v secolo, comprendente due aule parallele e un monumentale battistero a base poligonale.
Tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo, l’edificio principale di quel sito viene distrutto da un incendio, probabilmente conseguente alle contestuali invasioni barbariche. Dopo l’incendio il complesso paleocristiano vicino al fiume conserva però il fonte battesimale e la funzione ad esso collegata e assume il titolo di San Martino, notoriamente antiariano. È probabile che l’attuale Pieve di Santa Maria sia stata eretta subito dopo, tra il secolo VII e il IX, in un luogo più sicuro e proteggibile e perpetuando quella che era forse la titolazione originaria alla Madonna.
La scoperta della basilica paleocristiana del sito San Martino di Gorto, se da un lato ha confermato l’antichità della fondazione della Pieve di Gorto, ha suscitato anche nuovi interrogativi dovuti alla coesistenza di tre grandi strutture chiesastiche relativamente vicine tra loro (Zuglio, Invillino e Gor- to) e dotate ciascuna di caratteristiche degne di una sede episcopale.

Dal ponte per Pradumbli e attorno al Rio Liana si incontra una vegetazione ad ontano e salice, che proseguendo viene sostituita da peccete di abete rosso con qualche raro faggio. Nelle aperture trovano spazio arbusti di nocciolo e lampone. Nel sottobosco è forte la presenza di acetosella e anemoni.
Salendo si trovano rimboschimenti degli anni Sessanta di abete rosso. Lo strato erbaceo è completamente assente a causa della mancanza di luce e dell’eccessiva acidità del terreno. Al culmine del tratto in salita aumenta progressivamente il faggio e e in località Valpugesia si incontrano delle faggete pure. Lungo la discesa sul versante est verso Ovasta compare invece il pino silvestre. Nel sottobosco c’è una discreta presenza di lantana ed erica.
Si esce quindi sui prati falciati in prossimità dell’abitato e si scende verso Ovaro tra terrazzamenti coltivati e concimaie, con ciliegi, filari di frassino maggiore, noci, saliconi, noccioli e abete rosso piantato, sotto i quali cresce la primula odorosa, la falsa ortica maggiore, l’anemone e il Sigillo di Salomone.
Pur essendo zone ricche di umidità, non ci sono sorgenti o punti di acqua potabile tra Prato e Ovasta e nemmeno tra Ovasta e Ovaro.
Si trovano fontane nell’abitato di Ovasta.

• Albergo Diffuso Zoncolan
Diversi alloggi da 2-4-6 e una struttura abitativa per gruppi per 15 persone a Ovaro e nelle sue frazioni, tutti dotati di camere, bagno e cucina. Indirizzo reception: via caduti 2 maggio, n. 144 Ovaro Tel: 0433.678028
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• Ristorante Il Grop
Indirizzo: via Vidrina di Chialina, n. 31, presso il Camping&Caravan Zoncolan Tel 0433.67047 mail: info@albergodiffusozoncolan.it ; ristorante@albergodiffusozoncolan.it
Informazioni complete sul sito www.albergodiffusozoncolan.it

Costruita su un colle in posizione dominante verso la vallata di Ovaro, la Pieve di Santa Maria di Gorto ha origini molto antiche, seppur non precisa- mente documentabili.
Il primo edificio venne probabilmente eretto nell’VIII secolo, mentre quello attualmente visibile presenta una veste settecentesca, seppure su un im- pianto realizzato nel XV secolo. I documenti riportano che nel 1431 la chiesa, distrutta da un incendio, venne interamente ricostruita dal capomastro Stefano del fu Simone di Mena. Rimangono però tracce visibili della fase precedente nei frammenti di affresco ritrovati nella zona absidale.
Qui si può ancora leggere in parte una raffigurazione delle Vergini stolte e delle Vergini sagge, risalente agli inizi del Duecento. La Parabola delle dieci Vergini, raccontata solamente nel Vangelo di Matteo, racconta che a dieci ragazze vien affidato il compito di assistere alle nozze, ma solamen- te cinque di queste portano con sé la riserva di olio per la lampada e così, essendo lo sposo in ritardo, le cinque stolte sono costrette ad andare in cerca di altro olio – dopo averlo chiesto invano alle Vergini virtuose -, perdendo sia la funzione sia la festa.
L’interno della pieve è suddiviso in tre navate, con un presbiterio a pianta quadrata affiancato da due sacrestie, e i tre altari sono tutti settecente- schi, così come l’organo, realizzato nel 1788 da un maestro organaro locale, Giovanni Battista De Corte di Ovasta.
Una bella veduta della conca di Ovaro è raffigurata nel dipinto cinquecentesco del pittore di San Vito al Tagliamento Giuseppe Furnio, con la Beata Vergine, San Pietro e San Giovanni (1567).
Nella chiesa era custodito anche il pregevole gruppo ligneo con San Martino e il povero di Domenico da Tolmezzo (ca. 1500), proveniente dalla vicina chiesa di San Martino, vicino al Torrente Degano. Ora si può ammirare nel grazioso e raccolto museo di arte sacra appena inaugurato (set- tembre 2010) accanto alle prime case di Cella.

Orari delle Liturgie:
Ogni domenica e festivi, Santa Messa Ore 11.00
Vesperi a Natale, Pasqua, Assunta, Perdon dal Rosari – 1° domenica di ottobre, Tutti i santi: 0re 14.30.
Particolare solennità riveste il Triduo Pasquale, con le liturgie del Giovedì e Venerdì Santo ( ore 20.30) e la Veglia Pasquale (Sabato Santo, ore 23,00).

Da qualche anno è stata ripristinata la “ Rogazion da Plêf di Guart”, con il bacio delle croci filiali.
Si svolge in una delle ultime domeniche del T. Pasquale, in forma itinerante, nelle sette parrocchie originarie della vallata. Referente: Don Giuseppe Carniello tel. 0433 60358 oppure 0433 67268

Aperture Programmate:
Sabato e Domenica dei mesi di Luglio ed Agosto Orario 9.30 – 12.30 e 15 – 18

Oppure richiedi un’apertura straordinaria a fondo pagina.

Le tappe

In origine il percorso era articolato in diciotto tappe, nel 2013 è stato esteso a venti, in dieci delle quali si incontrano le storiche Pievi Carniche e due Santuari, comprendendo le comunità e i territori dell’alta Val But, della Val Pontaiba e della Val Chiarsò, mantenendo la partenza da Imponzo di Tolmezzo e l’arrivo a Zuglio.

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