Da Villa di Verzegnis a Invillino – Villa Santina
Il percorso collega due paesi e si svolge su pendenze gradevoli e all’ombra di boschi, in parte di conifere, in parte di latifoglie. Nell’ultimo tratto si attraversa il Fiume Tagliamento passando nuovamente alla sua sinistra orografica.

Riepilogo di Tappa
- PUNTO DI PARTENZAVilla di Verzegnis
- PUNTO DI ARRIVO Invillino - Villa Santina
- DIFFICOLTÀ Itinerario Turistico
- LUNGHEZZA 8.5 km
- TEMPO DI PERCORRENZA3 ore, 0 minuti
- AMBIENTEBassa Montagna
- ESPOSIZIONE Est, Ovest
- DISLIVELLO IN SALITA 423 m
- DISLIVELLO IN DISCESA 461 m
- RIFERIMENTO CARTOGRAFICO Tabacco 13 (1:25.000)
- SORGENTI D’ACQUA No
- PERCORRIBILE IN BICICLETTANo
- PERCORRIBILE A CAVALLONo
- PRESENZA DI UNA PIEVE Si

Mettiamo a tua disposizione dei documenti utili per il cammino scelto. Scarica la mappa e la descrizione dettagliata della tappa e il tracciato GPS.
Descrizione percorso
Dalla pieve ci si incammina in direzione di Chiaicis lasciando sulla destra il ristorante “Stella d’Oro” e, dopo circa cento metri si prende a destra un sentiero che in breve incrocia la strada provinciale all’altezza della fonte “Acqua del Paradiso” (10 min). Attraversata la strada, si imbocca a destra una mulattiera che sale in lieve pendenza e diventa presto comoda carrareccia fino all’incontro con una stradina asfaltata (10 min).
Si segue l’asfalto fino all’altezza di uno stavolo restaurato che si lascia sulla destra, per proseguire a sinistra di nuovo su sterrato. Si prosegue salendo per un breve tratto, poi quasi in piano e in lieve discesa fino ad incontrare un’altra strada che si segue in salita tenendo la destra (q. 700 m, 25 min).
Si continua a seguire la strada principale, ignorando le varie piste forestali che si diramano a destra a sinistra e, dopo alcuni tornanti, termina il tratto in salita (q. 786 m, 30 min). Dopo circa 300 m in piano, al bivio si prende a destra, seguendo la strada sterrata in leggera discesa fino ad una sbarra metallica, dove la pendenza aumenta notevolmente fino al termine della strada (q. 700 m, 15 min).
Ora la discesa prosegue su un sentiero a tratti molto ripido – attenzione in caso di bagnato nell’ultima parte – fino a incontrare la strada provinciale (q. 402 m, 30 min). Si segue ora la strada per un chilometro e mezzo fino a Invillino (q. 345 m) e, tenendo la destra, si attraversa il paese per salire alla Pieve (q. 404 m, 40 min).
Per concludere il percorso e raggiungere Villa Santina si scende in paese, ci si riporta al bivio per Verzegnis e si prosegue verso destra per un chilometro (30 min).
Pieve di Santa Maria Maddalena

Prima della Pieve di Santa Maria Maddalena esisteva nel v secolo, sull’altura chiamata Cuel di Cjuce (Col di Zucca), un vistoso e importante com- plesso cultuale paleocristiano, una basilica, creata a scopo missionario dalla sede di Aquileia. La sua funzione istituzionale venne poi ereditata dalla Pieve, costruita sul vicino Col Santino (o Monte Santina).
Secondo gli studiosi (Biasutti e Menis), una chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena sorse tra il VIII e il IX secolo, nel contesto di una riorganiz- zazione delle pievi operata dalla sede patriarcale di Aquileia in epoca longobarda, dopo le distruzioni arrecate alle più antiche fondazioni cristiane dalle invasioni barbariche. A quel periodo sembra portare l’epigrafe ancora esistente (databile tra i secc. VII – VIII).
L’ abbandono del Cuel di Cjuce e l’ impianto della nuova Pieve sul più arroccato Col Santino sono la conseguenza della nuova situazione creatasi dopo la caduta dell’Impero Romano. Il profilarsi di un’epoca istituzionalmente più incerta e le migrazioni dei popoli causarono infatti anche la fine della Diocesi paleocristiana di Zuglio e il suo inglobamento in quella patriarcale.
Dalla matrice del Col Santino si staccarono in epoca basso-medioevale le filiali di Avaglio, Trava, Villa Santina, Vinaio e Lauco.
Nel primo tratto contiguo all’abitato si nota la presenza di pino silvestre in quelli che erano un tempo dei prati. Lungo il sentiero l’esposizione a sud e la presenza di suoli calcarei favoriscono una vegetazione boschiva termofila con specie come carpino nero e orniello misto a pino silvestre.
Nel sottobosco crescono arbusti di nocciolo, pero corvino, viburno, sorbo montano e crespino. Salendo di quota subentrano anche il faggio, l’acero e qualche esemplare di castagno. Superata la strada asfaltata e ripreso il sentiero verso la sommità del colle si attraversa un bosco con faggio, carpino nero, rovere e arbusti di nocciolo.
Un tempo erano pascoli anche quei tratti lungo la dorsale del Monte Navado, ora ricoperti da pino silvestre e, nel tratto più alto, da un rimboschi- mento di faggio (di circa 25 anni) misto a piante spontanee di pino naturale.
Lungo il sentiero che scende dal Monte Navado verso Invillino si attraversa un rimboschimento artificiale di carpino e faggio su ex pascoli. Prose- guendo si entra in una tipica faggeta naturale, poi a ripopolamenti di pino silvestre e pino nero e, verso la fine della discesa, e esemplari di tasso. In alto il sottobosco è composto da epimedio misto a viburno e pero corvino, mentre nel fondovalle fioriscono vari tipi di gigli (il martagone, il giallo, il carniolico) e la molinia altissima.
Lungo lo sterrato che costeggia il Fiume Tagliamento si incontra a destra la tipica vegetazione ripariale composta da nocciolo, frassino maggiore,
pino silvestre, pioppo nero, salice e ontano bianco, mentre a sinistra si estendono dei prati stabili.
Sul Colle della Pieve tra i fiori si trovano il Sigillo di Salomone, la campanula, diverse orchidee, giglio rosso. Il versante nord del colle presenta un ambiente più fresco dove è favorita la crescita di tiglio, frassino, e abete rosso.
Capriolo, tasso, volpe, qualche raro cervo, lepre, barbagianni, falco, sparviero, poiana, gheppio, gufo reale rappresentano la fauna e l’avifauna del percorso.
Pranzo / cena / alloggio all’arrivo di tappa:
• “Al Fogolar” Via C. Battisti 60, Villa Santina. Tel 0433 750400 (CONVENZIONATO) • “Alla Pineta” Via Piave 31, Villa Santina. Tel 0433 74182 (CONVENZIONATO)
• “Vecchia Osteria Cimenti” Via C.Battisti 1, Villa Santina. Tel 0433 750067
La Pieve di Santa Maria Maddalena risale nel suo impianto architettonico al XVI secolo. È stata ristrutturata dopo il terremoto del 1976, durante il quale aveva subito molti danni. Danni che hanno però consentito di rivelare la sua struttura originaria, ad aula unica e con campanile a vela, mentre la sua forma attuale è a tre navate e con il campanile inserito fra la navata sinistra e il Presbiterio.
All’interno presenta tre altari, dei quali quello maggiore è un’opera di assoluto rilievo. Incorniciata da una mostra d’altare e da un tabernacolo del Seicento, dell’artista Girolamo Comuzzo di Gemona del Friuli, c’è infatti la pala d’altare di Domenico Mioni da Tolmezzo, datata 1488. In realtà quella ora visibile è una copia recente e fedele dell’originale, custodito al Museo Diocesano di Udine, al sicuro dai tanti furti che spesso subiscono le chiese troppo isolate. La pala d’altare, realizzata da un artigiano della Val Gardena in legno scolpito, dipinto e dorato, è impostata su due livelli. In quello superiore si vedono la Madonna con Bambino al centro, con ai lati Santa Barbara, Caterina, Margherita e Lucia. In quello inferiore, al centro sta Santa Maria Maddalena e ai lati Rocco, Giovanni Battista Pantaleone e Lorenzo.
Sull’altare di destra si vede una pregevole pala d’altare del pittore Giovanni Antonio Agostini con il Battesimo di Cristo (1570) circondata da una cornice barocca e, sul lato sinistro, un tabernacolo a muro in pietra, con porte in ferro battuto e figure dell’Annunciazione, del XV secolo.
Orari delle Liturgie:
La Pieve è aperta per la celebrazione della Santa Messa, nella festa della Santa Patrona (22 Luglio), come pure nella solennità dei Santi e nella Commemorazione dei Defunti (1 e 2 novembre).
Referente: Parrocchia di San Lorenzo, Villa Santina: tel. 0433 74201
Aperture Programmate
non sono attualmente previste aperture programmate per questa Pieve
Oppure richiedi un’apertura straordinaria a fondo pagina.
Le tappe
In origine il percorso era articolato in diciotto tappe, nel 2013 è stato esteso a venti, in dieci delle quali si incontrano le storiche Pievi Carniche e due Santuari, comprendendo le comunità e i territori dell’alta Val But, della Val Pontaiba e della Val Chiarsò, mantenendo la partenza da Imponzo di Tolmezzo e l’arrivo a Zuglio.