Da Piano di Arta Terme a San Pietro – Imponzo
Tappa che richiede un certo impegno fisico solo nella salita dalle Terme di Arta al “Plan da Vincule”, ai piedi della pieve di S. Pietro in Carnia. Il sen- tiero, abbastanza ripido, si alza con numerose serpentine sempre all’interno di un fresco bosco. La discesa a Zuglio propone la vecchia mulattiera che si sviluppa sempre al fresco di un bosco misto e taglia i tornanti accorciando notevolmente il percorso.

Riepilogo di Tappa
- PUNTO DI PARTENZAPiano di Arta Terme
- PUNTO DI ARRIVO San Pietro - Imponzo
- DIFFICOLTÀ Itinerario Turistico
- LUNGHEZZA 7.2 km
- TEMPO DI PERCORRENZA2 ore, 40 minuti
- AMBIENTEBassa Montagna
- ESPOSIZIONE Nord, Est, Nord, Sud-Est
- DISLIVELLO IN SALITA 350 m
- DISLIVELLO IN DISCESA 380 m
- RIFERIMENTO CARTOGRAFICO Tabacco, foglio 09
- SORGENTI D’ACQUA No
- PERCORRIBILE IN BICICLETTANo
- PERCORRIBILE A CAVALLONo
- PRESENZA DI UNA PIEVE Si

Mettiamo a tua disposizione dei documenti utili per il cammino scelto. Scarica la mappa e la descrizione dettagliata della tappa e il tracciato GPS.
Descrizione percorso
Dall’albergo convenzionato di Piano di Arta terme ci si porta sulla vicina S.S. 52 bis e, al termine del ponte sul Rio Radina (1), si scende a destra per portarsi allo stabilimento termale. Qui giunti, si attraversa tutto il parcheggio e si sale a destra seguendo una strada che porta al campo di calcio. Superato il terreno di gioco, quando la strada scende verso gli spogliatoi si sale a destra (1a) per seguire il sentiero (segnavia CAI 162) che, a tratti ripido e con parecchi tornanti, sale fino a sfociare nel “Plan da Vìncule” (730 m), sottostante alla vicinissima Basilica di S. Pietro (2), che si raggiunge in pochissimi minuti.
Da S. Pietro ci si riporta al “Plan da Vìncule” e si segue a sinistra una mulattiera per scendere alla vicina chiesetta di “S.Maria in Monte” (2a); poco oltre, ad un bivio, si prosegue ancora a sinistra e seguendo le indicazioni del “Tròi di S. Piéri” si scende a Zuglio (3). Da qui, ancora a sinistra per superare il ponte sul torrente But e, seguendo verso destra la SS 52 bis, ci si porta ad Imponzo e quindi a Cjase Emmaus (4).
NOTE: 1- Prima di portarsi alle terme e salire alla pieve di S. Pietro, si consiglia vivamente una visita alla chiesa di S. Niccolò in Alzeri (XV secolo) con i suoi scavi archeologici e alla chiesetta del Santo Spirito o dei “Re Magi”(XV secolo). Dall’albergo convenzionato distano circa un chilometro su mulattiera segnalata. Le informazioni verranno date direttamente dall’albergatore.
NOTE: 2- Di notevole interesse “ la Polse di Cougnes”, centro ecumenico di accoglienza con funzione anche di alberghetto, che propone, fra l’al- tro, un giardino botanico e un osservatorio astronomico. Per portarcisi, dalla basilica si torna al “Plan da Vìncule” e da qui si prosegue in salita lungo la strada fino al complesso ricettivo distante circa trecento metri (740 m). (tel. 0433.92296-lapolse@libero.it).
Pieve di San Pietro

Non è possibile stabilire con precisione l’istituzione della Pieve di Zuglio. Le vicissitudini della sua fondazione si collegano a quelle della travagliata vicenda conclusiva dell’ Episcopato paleocristiano di Zuglio (la cittadina romana di Iulium Carnicum), attivo tra il IV e l’VIII secolo. Alcuni studiosi pensano che l’Episcopato, in tempi in cui fu esposto alle invasioni barbariche, dovette sostare in sedi succursali, come Cavazzo o Invillino/Cuel di Cjuce, ancor prima di concludere la sua parabola nella Cividale longobarda. D’altra parte in quei frangenti era sicuramente rimasta a Zuglio una precaria organizzazione di cura d’anime, che si configurò pienamente in pieve quando i vescovi di Julium Carnicum si trasferirono definitivamente a Cividale (Forum Julii).
La Pieve di Zuglio nasce anche con lo scopo di preservare dal totale abbandono la culla dell’episcopato. Infatti ereditò da quest’ultimo una tipologia istituzionale che la distingue da tutte le altre pievi della Carnia. La Pieve di San Pietro fu retta da un Capitolo di otto canonici, che dimoravano accanto al Preposito in edifici appositamente costruiti presso la chiesa matrice in cima al colle. Due di questi, a turno, scendevano a valle nei giorni feriali per il servizio pastorale e ritornavano a San Pietro la domenica, guidando i fedeli visitati alla Messa.
Questa insolita e originale tradizione cultuale, segnata da faticose salite, ma anche da gioiosi incontri, andò lentamente perdendo la sua tenuta tra il XIV e il XV secolo. L’incremento della popolazione nelle comunità di valle e l’esigenza di ottenere un proprio curato in loco portarono alla nascita di parrocchie. La forte esperienza maturata nei secoli ha però lasciato in tutte le parrocchie filiali ancora oggi un forte senso di appartenenza, come dimostra il rito del Bacio delle Croci, cerimonia che si tiene ogni anno nel giorno dell’Ascensione.
Nella discesa (1) verso lo stabilimento termale ci troviamo nella zona golenale del fiume But con una vegetazione rivale di robinia, ontano bianco, salice e qualche abete rosso; proseguendo verso il campo sportivo comunale si costeggia un bosco di sostituzione con abete rosso e nocciolo ai margini e qualche raro pino silvestre con viburno e corniolo nel sottobosco.
Lungo tutta la salita (1a) che porta a S. Pietro si attraversa un bosco misto di latifoglie con noce, frassino, sambuco, olmo, castagno, carpino nero
e abete rosso di buone dimensioni; nelle zone più fresche troviamo anche qualche abete bianco e, sporadicamente, il faggio. Il sottobosco è ca- ratterizzato a tratti da un’evidente copertura di edera lasciando spazio anche a ciclamini, felci, anemone trifolia, veronica e adenostile. Sulla destra scende il conoide del Rio Squasse con evidenti affioramenti di calcare e un terreno più asciutto sul quale crescono il pino nero, qualche raro larice e, nel sottobosco, alcune graminacee
Il Plan da Vincuile, antistante la Pieve di San Pietro (2), è circondato da ex coltivi ricolonizzati a sinistra da un rimboschimento di abete rosso e a destra da un bosco misto di latifoglie con tiglio, noce, frassino, acero, ciliegio e abete rosso.
Nella discesa dalla pieve di San Pietro in Carnia sino a Zuglio (3), per l’esposizione meridionale del versante, il bosco è popolato da piante termofile quali carpino bianco e nero, tiglio, acero campestre, orniello, noce, corniolo, castagno e, sporadicamente, pino silvestre; .nel sottobosco predomi- nano il nocciolo e una fitta copertura di edera, mentre nei tratti aridi e soleggiati fa bella mostra di sè l’erica. Dopo la chiesetta di S.Maria in Monte (2a) aumenta la presenza di abeti e larici maturi, in passato favoriti probabilmente dall’uomo.
- Punto di Ristoro: presso la Polse di Cougnes è aperto per pranzo e cena un punto di ristoro con cucina casalinga tradizionale; Eleonora eAulo, nuovi gestori del ristorante La Polse ,in sintonia con l’ambiente, vi faranno degustare piatti carnici …
- Alloggio: è attiva una foresteria con diversi posti letto in camere con bagno (verificare disponibilità).Per informazioni e prenotazioni: La Polse di Cougnes San Pietro in Carnia 33020 Zuglio (UD) – Tel. 0433.929084, 0433 92296 Cell. 329.2622525 (Don Giordano Cracina) – N.B.: periodo di apertura: Normalmente aperto dalla tarda primavera al tardo autunno (maggio – otto- bre/novembre)
I documenti parlano dell’esistenza di un edificio di culto in questo sito già nel IX secolo, ma l’ architettura della chiesa di San Pietro e la sua pianta ad aula unica risalgono al 1312.
Nel corso dei secoli l’edificio gotico subì diversi rimaneggiamenti, soprattutto al suo interno, ed è a questo succedersi di interventi che si deve il suo impianto asimmetrico. In epoca rinascimentale (1493) il capomastro di Bolzano, Honz Stau Melz, aggiunse una navata a sud, ricavò lo spazio per il pulpito e costruì la scala e la sagrestia superiore. Altre aggiunte e modifiche ebbero luogo nel Seicento e nel Settecento.
All’interno si possono vedere diverse opere d’arte. L’altare maggiore (1494) dello scultore e intagliatore friulano Domenico Mioni da Tolmezzo (1448-1507), è stato purtroppo defraudato nel 1970 e nel 1981 delle statue originali – quelle visibili sono copie. Ma la bellezza della struttura del polittico – diciotto statue disposte su tre livelli con i quattro Padri della Chiesa, gli Apostoli, la Madonna con il Bambino e San Pietro al centro -, con il suo fastoso coronamento a gugliette, angeli e elementi vegetali è ancora apprezzabile.
Gli affreschi cinquecenteschi (1582) – Evangelisti, Profeti, Sibille e Padri della Chiesa nella volta, Scene Evangeliche nelle pareti – sono di Giulio Urbanis. Del Cinquecento sono anche l’altare (1590) della Madonna del Rosario del pittore e intagliatore Gian Antonio De Agostinis, l’altare di Sant’Antonio Abate (1550), attribuito a Gian Domenico Dall’Occhio di San Vito al Tagliamento e il grande Cristo Crocifisso di quasi due metri sospe- so sull’architrave dell’arco principale, di bottega tedesca.
L’elegante fonte battesimale in pietra rossa, opera di un artista locale, è del 1695. Sono del Settecento un pregevole dipinto con la Consegna delle chiavi a San Pietro, del carnico Francesco Pellizzotti (1740 – 1818) e la scala in noce che porta alla sagrestia superiore.
Periodo estivo: tutti i giorni dalle ore 09.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 Festività dell’Ascensione: Rito del “Bacio delle Croci”.
31 dicembre: Marcia della Pace
Referenti: Parrocchia di Zuglio – Don Giordano Cracina cell. 329-2622525 tel. 0433/929084 (Cjase Emmaus Imponzo di Tolmezzo)
Oppure richiedi un’apertura straordinaria a fondo pagina.
Le tappe
In origine il percorso era articolato in diciotto tappe, nel 2013 è stato esteso a venti, in dieci delle quali si incontrano le storiche Pievi Carniche e due Santuari, comprendendo le comunità e i territori dell’alta Val But, della Val Pontaiba e della Val Chiarsò, mantenendo la partenza da Imponzo di Tolmezzo e l’arrivo a Zuglio.